martedì 12 luglio 2011

NOTIZIA DALL’ISLANDA?

Qualcuno crede ancora che non vi sia censura al giorno d’oggi? Allora perchè, se da un lato siamo stati informati su tutto quello che sta succedendo in Egitto, dall’altro i mass-media non hanno sprecato una sola parola su ciò che sta accadendo in Islanda?
Il popolo islandese è riuscito a far dimettere un governo al completo; sono state nazionalizzate le principali banche commerciali; i cittadini hanno deciso all’unanimità di dichiarare l’insolvenza del debito che le stesse banche avevano sottoscritto con la Gran Bretagna e con l’Olanda, forti dell’inadeguatezza della loro politica finanziaria; infine, è stata creata un’assemblea popolare per riscrivere l’intera Costituzione. Il tutto in maniera pacifica. Una vera e propria Rivoluzione contro il potere che aveva condotto l’Islanda verso il recente collasso economico.

Sicuramente vi starete chiedendo perchè questi eventi non siano stati resi pubblici durante gli ultimi due anni. La risposta ci conduce verso un’altra domanda, ancora più mortificante: cosa accadrebbe se il resto dei cittadini europei prendessero esempio dai “concittadini” islandesi?
Ecco brevemente la cronologia dei fatti:
  • 2008 – A Settembre viene nazionalizzata la più importante banca dell’Islanda, la Glitnir Bank. La moneta crolla e la Borsa sospende tutte le attività: il paese viene dichiarato in bancarotta.
  • 2009 – A Gennaio le proteste dei cittadini di fronte al Parlamento provocano le dimissioni del Primo Ministro Geir Haarde e di tutto il Governo – la Alleanza Social-Democratica (Samfylkingin) – costringendo il Paese alle elezioni anticipate. La situazione economica resta precaria. Il Parlamento propone una legge che prevede il risanamento del debito nei confronti di Gran Bretagna e Olanda, attraverso il pagamento di 3,5 MILIARDI di Euro che avrebbe gravato su ogni famiglia islandese, mensilmente, per la durata di 15 anni e con un tasso di interesse del 5,5%
  • 2010 – I cittadini ritornano a occupare le piazze e chiedono a gran voce di sottoporre a Referendum il provvedimento sopracitato.
  • 2011 – A Febbraio il Presidente Olafur Grimsson pone il veto alla ratifica della legge e annuncia il Referendum consultivo popolare. Le votazioni si tengono a Marzo ed i NO al pagamento del debito stravincono con il 93% dei voti. Nel frattempo, il Governo ha disposto le inchieste per determinare giuridicamente le responsabilità civili e penali della crisi. Vengono emessi i primi mandati di arresto per diversi banchieri e membri dell’esecutivo. L’Interpol si incarica di ricercare e catturare i condannati: tutti i banchieri implicati abbandonano l’Islanda. In questo contesto di crisi, viene eletta un’Assemblea per redigere una Nuova Costituzione che possa incorporare le lezioni apprese durante la crisi e che sostituisca l’attuale Costituzione (basata sul modello di quella Danese). Per lo scopo, ci si rivolge direttamente al Popolo Sovrano: vengono eletti legalmente 25 cittadini, liberi da affiliazione politica, tra i 522 che si sono presentati alle votazioni. Gli unici due vincoli per la candidatura, a parte quello di essere liberi dalla tessera di qualsiasi partito, erano quelli di essere maggiorenni e di disporre delle firme di almeno 30 sostenitori. La nuova Assemblea Costituzionale inizia il suo lavoro in Febbraio e presenta un progetto chiamato Magna Carta nel quale confluiscono la maggiorparte delle “linee guida” prodotte in modo consensuale nel corso delle diverse assemblee popolari che hanno avuto luogo in tutto il Paese. La Magna Carta dovrà essere sottoposta all’approvazione del Parlamento immediatamente dopo le prossime elezioni legislative che si terranno.
Questa è stata, in sintesi, la breve storia della Ri-evoluzione democratica islandese. Abbiamo forse sentito parlare di tutto ciò nei mezzi di comunicazione europei?
Abbiamo ricevuto un qualsiasi commento su questi avvenimenti nei noiosissimi salotti politici televisivi o nelle tribune elettorali radiofoniche?
Abbiamo visto nella nostra beneamata Televisione anche un solo fotogramma che raccontasse qualcuno di questi momenti?
SINCERAMENTE NO.
I cittadini islandesi sono riusciti a dare una lezione di Democrazia Diretta e di Sovranità Popolare e Monetaria a tutta l’Europa, opponendosi pacificamente al Sistema ed esaltando il potere della cittadinanza di fronte agli occhi indifferenti del mondo.
Siamo davvero sicuri che non ci sia “censura” o manipolazione nei mass-media?
Il minimo che possiamo fare è prendere coscienza di questa romantica storia di piazza e farla diventare leggenda, divulgandola tra i nostri contatti. Per farlo possiamo usare i mezzi che più ci aggradano: i “nostalgici” potranno usare il telefono, gli “appassionati” potranno parlarne davanti a una birra al Bar dello Sport o subito dopo un caffè al Corso.
I più “tecnologicamente avanzati” potranno fare un copia/incolla e spammare questo racconto via e-mail oppure, con un semplice click sui pulsanti di condivisione dei Social Network in fondo all’articolo, lanciare una salvifica catena di Sant’Antonio su Facebook, Twitter, Digg o GoogleBuzz. I “guru del web” si sentiranno il dovere di riportare, a modo loro, questa fantastica lezione di civiltà, montando un video su YouTube, postando un articolo ad effetto sui loro blog personali o iniziando un nuovo thread nei loro forum preferiti.
L’importante è che, finalmente, abbiamo la possibilità di bypassare la manipolazione mediatica dell’informazione ed abbattere così il castello di carte di questa politica bipartitica, sempre più servile agli interessi economici delle banche d’affari e delle corporazioni multinazionali e sempre più lontana dal nostro Bene Comune.

FONTE:  http://informarexresistere.fr/

martedì 10 maggio 2011

Garnero - Boccassini

Garnero - Boccassini








 

Daniela Garnero
(Cuneo, 7 aprile 1961) Sposa ventunenne il chirurgo estetico Paolo Santanchè, impiegandosi nella società del marito con compiti amministrativi.
Nel 1995 lascia il marito Paolo Santanchè per il suo nuovo compagno Canio Mazzaro, imprenditore farmaceutico potentino, da cui ha avuto il figlio Lorenzo.
Il precedente matrimonio con Paolo Santanchè è stato dichiarato nullo dalla Rota Romana, ciononostante continuerà a usare il cognome dell'ex marito.
Sul sito del governo:
Dichiara un master conseguito alla Bocconi, L'università milanese ha confermato che la sottosegretaria non l'ha mai ottenuto, e che di master non si tratta bensì di un corso di formazione imprenditoriale della Sda Bocconi "Gemini - Progetto Nuove Imprese" neanche si può parlare di corso post-laurea di fatti era aperto anche ai non laureati, serio sicuramente ma non certo al livello di un master.
La sua società di pubblicità "Visibilia", fondata nel 2007, è concessionaria della raccolta della pubblicità de Il Giornale di Paolo Berlusconi e dell'Ordine di Como (che è venduto in abbinamento al primo) e di alcuni free press (Metro ed IoSpio). In precedenza era stata concessionaria di Libero e il Riformista.
È stata in società con Flavio Briatore, Lele Mora, Paolo Brosio e Marcello Lippi nel locale di Porto Cervo Billionaire ed è socia del Twiga a Forte dei Marmi.

 


Ilda Boccassini
(Napoli, 7 dicembre 1949) Prestando servizio dapprima alla Procura della Repubblica di Brescia poi alla Procura della Repubblica di Milano.
 La sua prima inchiesta di rilevanza nazionale viene denominata Duomo Connection e ha come oggetto l'infiltrazione mafiosa nell'Italia settentrionale. L'inchiesta è portata avanti con la collaborazione di un gruppo di investigatori guidati dall'allora tenente Ultimo, il capitano divenuto poi famoso per l'arresto di Totò Riina. Sono gli anni delle prime collaborazioni anche con il Giudice Giovanni Falcone, che sfoceranno in un legame di profonda amicizia.
Dopo le stragi di Capaci e Via D'Amelio, nel 1992, chiede di essere trasferita a Caltanissetta dove rimane fino al '94 sulle tracce degli assassini di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Collabora nuovamente con Ultimo alla cattura di Riina e scopre, in collaborazione con altri magistrati applicati a quelle indagini, mandanti ed esecutori delle stragi Falcone e Borsellino.
Continua ad operare presso la Procura di Milano dove si occupa di indagini sulla criminalità mafiosa e sul terrorismo. Ha diretto a partire dal 2004 le indagini della DIGOS che il 12 febbraio 2007 hanno portato all'arresto di 15 sospetti appartenenti all'ala movimentista delle Nuove Brigate Rosse, denominata anche Seconda Posizione. Secondo l'accusa, la presunta organizzazione terroristica, operante nel Nord Italia, stava preparando attentati contro persone e aziende. Il 28 maggio 2009 il Plenum del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) l'ha promossa alla funzione di Procuratore aggiunto presso il Tribunale di Milano.


Ma la Daniela Garnero, come si permette di parlare nei termini che conosciamo dalla stampa del Procuratore aggiunto Ilda Boccassini, come si permette di insultare il lavoro di una persona che quotidianamente si pone in prima linea nella lotta all’illegalità!

 



















































lunedì 9 maggio 2011

Appello - Luigi de Magistris sindaco per Napoli.

Luigi de Magistris sindaco per Napoli


La battaglia per affermare una nuova politica e una nuova cultura amministrativa a Napoli ha un assoluto rilievo nazionale. Sotto gli occhi dell’opinione pubblica italiana e internazionale, infatti, Napoli sta vivendo in questi anni una gravissima emergenza politica, sociale, economica, ambientale e culturale. Ma Napoli non è soltanto la terza città d’Italia, è anche la capitale del Mezzogiorno, di quella parte d’Italia abbandonata a se stessa e cancellata dalle priorità nazionali nell’ultimo quindicennio di confuse riforme istituzionali e di falso federalismo. I tagli dei trasferimenti e la compressione degli investimenti per il Mezzogiorno, le tante promesse tradite, come la soluzione dell’emergenza rifiuti, svelano l’abisso in cui è caduto il governo Berlusconi, caratterizzato dalla propaganda leghista sulla “questione settentrionale”. È urgente battersi contro questa politica. Non solo per ribadire i fondamentali principi di uguaglianza nei diritti di cittadinanza sull’intero territorio nazionale stabiliti dalla Costituzione, ma anche perché non potrà esserci un reale sviluppo del Paese senza un rilancio del Mezzogiorno.
Questa battaglia non può che partire da Napoli. Il Paese ha bisogno di una nuova politica nazionale per Napoli e la Città ha bisogno di una nuova stagione amministrativa per ispirare quella politica.
Per questo è necessario impedire che la destra conquisti il governo della Città. Tuttavia, battere la destra è necessario ma non sufficiente. Nell’ultimo decennio, infatti, le forze del governo locale hanno raccolto istanze che nulla hanno a che vedere con una prospettiva riformistica. Da visione pragmatica, il riformismo si è trasformato in una mera copertura ideologica per nascondere la reale impotenza nell’interpretare i cambiamenti della società e proporre risposte adeguate. Ora occorre che le forze progressiste e democratiche napoletane mettano in campo una profonda innovazione nei programmi, nei metodi di governo e nella cultura amministrativa. Serve una svolta nella direzione del rigore e della efficienza, della lotta alle clientele, della difesa degli assets pubblici contro le privatizzazioni selvagge, per il rispetto del piano regolatore e il rilancio di una programmazione industriale finalizzata allo sviluppo sostenibile e alla difesa della buona occupazione, per l’energia pulita e contro il ricorso al nucleare, contro gli inceneritori, per la dignità delle periferie, per l’acqua pubblica e la difesa dei ceti deboli minacciati dalla crisi.
Ebbene, noi riteniamo che la candidatura di Luigi de Magistris sia quella maggiormente in grado di ridare voce autorevole ai napoletani nel Paese e impedire la vittoria delle destre in Città. Per queste ragioni, invitiamo tutte e tutti a sostenere la candidatura di Luigi de Magistris sindaco per Napoli.


Primi firmatari:
Dario Fo (premio Nobel per la letteratura), Daniel Cohn-Bendit (ecologista, leader del maggio francese), Giorgio Cremaschi (presidente della Fiom), Paolo Flores D’Arcais (filosofo, direttore di Micromega), Luciano Gallino (sociologo, Università di Torino), don Andrea Gallo (sacerdote), Ferdinando Imposimato (magistrato), Gerardo Marotta (presidente dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici), Citto Maselli (regista), Giorgio Parisi (fisico, National Academy of Sciences), Franca Rame (attrice e drammaturga), Ermanno Rea (scrittore), Riccardo Realfonzo (economista, Università del Sannio), Paolo Rossi (attore e regista), Gianni Vattimo (filosofo, Università di Torino), Dario Vergassola (attore), Enzo Albano (presidente del Tribunale di Torre Annunziata), Nerino Allocati (avvocato lavorista), Andrea Amendola (segretario generale Fiom Napoli-Campania), Vincenzo Argentato (Fiom Napoli), Gianluca Attanasio (campione italiano di nuoto paralimpico), Enzo Avitabile (cantante e compositore), Davide Barba (giurista, Università del Molise), Oliviero Beha (scrittore e conduttore televisivo), Rosario Boenzi (architetto), Gianfranco Borrelli (filosofo, Università di Napoli “Federico II”), Salvatore Borsellino (Movimento delle Agende Rosse), Massimo Brancato (coordinatore nazionale Fiom Mezzogiorno), Alberto Burgio (filosofo, Università di Bologna), Antonio Capuano (regista), Antonio Casagrande (attore, regista), Sergio Caserta (Associazione per il Rinnovamento della Sinistra), Dario Castaldi (Rsu Fiom Alenia Capodichino), Salvatore Cavallo (Rsu Fiom Ansaldo Trasporti), Domenico Ciruzzi (avvocato penalista), Giancarlo Cosenza (urbanista), Ciro Costabile (produttore artistico), Lilia Costabile (economista, Università “Federico II” di Napoli), Ettore Cucari (presidente della Federazione Imprese Viaggi e Turismo), Wanda d’Alessio (giurista, Università “Federico II” di Napoli), Riccardo Dalisi (architetto, artista), Antonio D’Auria (sindacalista CGIL Atitech), Rosaria De Cicco (attrice), Gigi De Falco (presidente Italia Nostra Campania), Michele Della Morte (costituzionalista, Università del Molise), Giuseppe della Pietra (giurista, Università di Napoli Parthenope), don Vitaliano Della Sala (parroco della Chiesa madre di Mercogliano), Marinella de Nigris (avvocato), Francesco De Notaris (Assise della città di Napoli e del Mezzogiorno d'Italia), Giancarlo de Vivo (economista, Università “Federico II” di Napoli), Antonio Di Luca (operaio FIAT Pomigliano), Lucia di Pace (linguista, Università di Napoli “l’Orientale”), Guido Donatone (presidente Italia Nostra sez. “A. Iannello”), Eugenio Donise (Associazione per il Rinnovamento della Sinistra), Luciano Ferrara (fotografo), Nino Ferraiuolo (Associazione per il Rinnovamento della Sinistra), Paola Giros (Presidente direttivo Fiom Napoli), Enzo Gragnaniello (cantante e compositore), Giovanni Impastato (Centro Documentazione Antimafia Peppino Impastato), Bruno Jossa (economista, Università di Napoli “Federico II”), Peppe Lanzetta (attore e scrittore), Lucio Leombruno (avvocato), Ugo Marani (economista, presidente Ires-Cgil Campania), Sergio Marotta (giurista, Università Suor Orsola Benincasa di Napoli), Maurizio Mascoli (Fiom Campania), Claudio Massari (ispettore editoriale), Anna Mazza (presidente associazione il popolo viola), Loris Mazzetti (giornalista, scrittore), Emilio Molinari (Contratto mondiale sull’acqua), Andrea Morniroli (operatore sociale), Salvatore Morra (Rsu Fiom Whirlpool), Enzo Morreale (Comitato Civico di San Giovanni a Teduccio), Walter Palmieri (storico, CNR), Rosario Patalano (economista, Università “Federico II” di Napoli), Francesco Percuoco (Rsu Fiom FIAT Pomigliano), Ciro Pesacane (forum ambientalista), Mario Pezzella (filosofo, Scuola Normale Superiore di Pisa), Raffaele Porta (biochimico, Università “Federico II” di Napoli), Giuliana Quattromini (avvocato lavorista), Giulio Raio (filosofo, Università di Napoli l’Orientale), Carla Ravaioli (saggista, ambientalista), Diego Risi (Rsu Fiom IBM Napoli), Giorgio Salerno (direttore Istituti di Cultura italiani all’estero), Tommaso Sinigallia (direttore libreria Ubik), Massimo Squillante (matematico, Università del Sannio), Carlo Starace (imprenditore), Salvatore Vitagliano (artista).

Il Regno delle Due Sicilie

Prima parte

Seconda parte

martedì 12 aprile 2011

David Icke in Italia - Roma 30 aprile 2011





10 motivi per votare SI al referendum sul nucleare


1. Il nucleare è molto pericoloso
La tragedia di Cernobyl ha dimostrato la pericolosità di questa fonte di energia. Quell’incidente ha causato e causerà ancora nel futuro centinaia di migliaia di vittime e ancora oggi a 23 anni di distanza le ricerche scientifiche mostrano ancora impatti sia sulla flora che sulla fauna. Cresce l’evidenza di leucemie infantili nelle aree vicino alle centrali nucleari.
2. Il nucleare è la fonte di energia più sporca
Le centrali nucleari generano scorie radioattive. Le scorie a vita media rimangono radioattive da 200 a 300 anni, le scorie a vita lunga anche miliardi di anni e non esiste ancora un sistema per la gestione in sicurezza delle scorie nel lungo periodo.
3. Il nucleare è la fonte di energia che genera meno occupazione
Gli obiettivi europei per le fonti rinnovabili e l'efficienza energetica al 2020 valgono il triplo del piano nucleare di Enel in termini energetici e creerebbero almeno 200 mila nuovi posti di lavoro "verdi" e dunque 10-15 volte l’occupazione indotta dal nucleare.
4. Il nucleare è troppo costoso
Secondo il Dipartimento USA dell’energia un EPR costa, in euro, 7,5 miliardi, una cifra ben maggiore rispetto a quanto propagandato da Enel e governo (4,5 miliardi). Se poi teniamo conto dello smaltimento delle scorie e dello smantellamento e bonifica degli impianti nucleari, i costi per noi e le future generazioni saranno ancora più elevati.
5. Il nucleare non è necessario
Entro il 2020 le fonti rinnovabili, insieme a misure di efficienza energetica, sono in grado di produrre quasi 150 miliardi di kilowattora, circa tre volte l'obiettivo di Enel sul nucleare, tagliando drasticamente le emissioni di CO2.
6. Il nucleare è una falsa soluzione per il clima
Il nucleare è una scelta inutile ai fini climatici, visto che le centrali saranno pronte certamente dopo il 2020 e invece bisogna ridurre oggi le emissioni di gas serra. Investire sul nucleare sottrae risorse alle fonti davvero pulite, efficienza energetica e rinnovabili.
7. Il nucleare non genera indipendenza energetica
Se il nucleare dovesse tornare in Italia, continueremo a importare petrolio per i trasporti e diventeremo dipendenti dall’estero per l’Uranio e per la tecnologia, visto che il nuovo reattore EPR è un brevetto francese. E, comunque, la Francia leader del nucleare ha consumi procapite di petrolio superiori a quelli italiani.
8. Il nucleare è una risorsa limitata
L'Uranio è una risorsa molto limitata destinata a esaurirsi in poche decine di anni. Nel caso venissero costruiti nuove centrali, l'esaurimento delle risorse di Uranio si accelererebbe.
9. Il nucleare non ha il sostegno dei cittadini
Gli italiani hanno detto NO al nucleare con un'importante scelta referendaria. Oggi i sondaggi di opinione rivelano che la maggior parte dei cittadini non vuole una centrale nucleare nella propria Regione.
10. Il nucleare: più è lontano e minori sono i rischi
Alcuni sostengono che il rischio nucleare c’è già, essendo l’Italia circondata da reattori. È una affermazione scorretta: anche se non è mai nullo, il rischio per le conseguenze di un incidente diminuisce maggiore è la distanza dalla centrale. Le Alpi, come si è visto nel caso di Cernobyl, sono una parziale barriera naturale per l’Italia.

Dal sito di Greenpeace www.nuclearlifestyle.it

venerdì 8 aprile 2011

Paniz VS Travaglio su prescrizione breve e processi di Berlusconi


La rinuncia alla prescrizione del reato

L'art. 157 cp, prevede che la prescrizione possa essere oggetto di rinuncia al fine di conseguire una pronuncia di assoluzione nel merito. Ai fini della valida rinuncia alla prescrizione è, tuttavia, necessario che la stessa sia interamente decorsa.

La preghiera di Celentano contro il nucleare



giovedì 7 aprile 2011

La barzelletta di Berlusconi

Overhaul di Steve Rattner, Libro che fa arrabbiare Marchionne

Steve Rattner - Overhaul
Le litigate di Marchionne con i sindacati americani, il piano B del governo Usa: mollare tutto alla Gm. La trattativa Fiat-Chrysler-Casa Bianca raccontata da Rattner, mediatore di Obama
«Io osservai la faccia di Ron Gettelfinger ndr] avvampare e irrigidire i muscoli della mascella quando si rese conto che Sergio voleva ridefinire l'intero accordo, Infine parlò. "Voi" disse, con la voce che cresceva di tono, "siete quelli con due case. Noi siamo gente semplice, persone medie. Noi stiamo solo tentando di vivere e ci viene chiesto troppo". Era arrabbiato con la task force, con la Chrysler, ma specialmente con la Fiat. Puntando il dito verso Sergio, Gettelfinger disse gelidamente, "noi avevamo un accordo"».
Il ruolo di Rattner
E' un passaggio del libro di Steve Rattner - Overhaul, Houghton Mifflin Harcourt, 2010 - di cui qui riassumiamo, per il lettore italiano, la natura e le ragioni delle scelte finali fatte dall'amministrazione Obama nel salvataggio dell'industria dell'auto di Detroit, con particolare attenzione alla Chrysler e al ruolo di Sergio Marchionne. Steven Rattner è stato consulente del segretario del Tesoro statunitense Timothy Geithner dal febbraio al luglio del 2009, per guidare il salvataggio dell'industria automobilistica statunitense, come capo della task force presidenziale sull'industria dell'auto. Rattner, ex giornalista del New York Times, membro della comunità finanziaria Usa, esperto in investimenti di private equity, cioè di investimenti societari non necessariamente mediate dalle azioni di Borsa, e in fusioni e acquisizioni di società, nulla sapeva dell'industria dell'auto. Nel luglio del 2009 viene costretto a lasciare il ruolo di consulente dell'Amministrazione per un'inchiesta della Sec, l'autorità di borsa di Wall Street, per un'accusa di truffa ai danni di un fondo pensioni di New York. Archiviata la settimana scorsa dopo che Rattner ha accettato di pagare 6,2 milioni di dollari.
«Subito il 35%»
Il racconto di Rattner va riportato quasi integralmente perché rende giustizia delle tante favole raccontate dalla stampa italiana. Dopo il primo scontro con Gettelfinger, il capo di Uaw, la trattativa sulla Chrysler proseguì in vari incontri per cercare di raggiungere un accordo entro la data limite del primo maggio. Da un lato vi era l'assetto proprietario. La trattativa con Marchionne con il governo fu difficile; pretendeva, senza investire un centesimo, di avere il 35% di proprietà sin dall'inizio a fronte del contributo in tecnologia ed esperienza manageriale. L'accordo finale fu che la Fiat acquisiva il 20%, poi a certe condizioni un altro 15%, e che passo dopo passo, ognuno dei quali verificabile, poteva salire sino al 49% e di lì non muoversi fino a che il debito col Tesoro non fosse stato pienamente ripagato.
Dall'altra vi fu la trattativa, mediata dal governo, con il sindacato. Il termine «mediata» è improprio perché il governo era doppiamente vincolato, dalle tre condizioni iniziali e dalla raccomandazione di Obama di essere duri con tutte le parti interessate. E anche per venire a patti con il furore politico che la decisione di salvataggio con denaro pubblico aveva scatenato nel parlamento e nel paese. Il sindacato quindi si trovò ad affrontare una doppia pressione. Marchionne, che aveva assicurato tutti di non vedere nessuna difficoltà a trovare un accordo con il sindacato, nelle parole di Rattner si trasformò: il dottor Jekyll divenne il mister Hyde.
Marchionne si mise a fare una conferenza al presidente del sindacato sulla necessità di una «cultura della povertà» contro una «dei diritti» (entitlement), attaccando in modo particolare i benefici sanitari dei pensionati e la cosa peggiorò ulteriormente quando lui si mise a spiegare i cambiamenti che voleva nel contratto. Cambiamenti che lui chiamava «tweaks»: in gergo motoristico sono i piccoli aggiustamenti finali per fare funzionare meglio un motore.
Finisce in rissa
I «tweaks», una volta calcolati, corrispondevano ad un taglio di 5$ all'ora. Gettelfinger gli rispose a muso duro: «Perché non viene con me a spiegare a una vedova di 75 anni che non può avere un operazione chirurgica e che lei ha ucciso suo marito?». L'incontro terminò in una rissa. La situazione continuò così anche se Gettelfinger sapeva di essere in un angolo. La fase finale degli accordi riguardò il fondo sanitario per i dipendenti e le paghe.
Il primo è il Voluntary Employee Bneficiary Association (Veba), il fondo cioè creato nel 2007 da un accordo tra la Chrysler e il sindacato, per gestire i benefici sanitari dei pensionati. L'accordo prevedeva una contribuzione una tantum di 8,8 miliardi di dollari dopo di che il tutto sarebbe passato sotto la responsabilità del fondo Veba. Nel dicembre del 2008 la seconda delle condizioni dell'accorso si traduceva nella trasformazione di metà di quei soldi, cioè 4,25 miliardi di dollari, da un versamento in denaro contante alla cessione di azioni.
Il governo americano, avendo fatto l'accordo con la Fiat per un totale massimo del 35% delle azioni, doveva allocare il restante 65%, con l'obiettivo di mantenere una posizione assolutamente minoritaria.
A chi dare le azioni? I creditori sembravano poco interessati e quindi si decise di darne il 55% al fondo Veba che poteva designare un membro nel board della Chrysler, approvato dal sindacato, senza diritto di voto. Per la parte pagata in denaro contante l'accordo prevedeva pagamenti annuali dal 2010 al 2019. Il sacrifico pagato dai lavoratori venne calcolato, dal team governativo, pari a un taglio del 40% del piano sanitario. Alla fine, lite dopo lite, l'accordo fu firmato.
«Sergio deve comprendere»
Per dare il senso di quanto era accaduto, Rattner racconta che quando il consulente e negoziatore della Fiat porse la mano a Gettelfinger, in nome e per conto di Marchionne che non era presente, egli si rifiutò di stringerla dicendo: «Questo accordo ferisce molta gente (hurts people), questo è qualcosa che Sergio deve comprendere, non è il momento di essere contenti (feel good)». La cosa generò qualche agitazione anche il giorno dopo e poiché il consulente della Fiat non capiva la durezza della reazione, allora il rappresentante del governo, un veterano delle ristrutturazioni industriali dell'acciaio, gli spiegò: «Voi avete appena cancellato cento anni di contrattazione collettiva».
Sulle paghe la trattativa fu ancora più piena di astio e veleno. Essa si svolse in parallelo a quella tra la Fiat e il management Chrysler, che non fu da meno visto che Marchionne non riconosceva più l'accordo di febbraio e la delegazione governativa faticò non poco per trovare un'intesa. Per quanto riguarda le paghe, cioè la terza condizione, non si trovava un accordo malgrado fosse chiaro che le paghe base non erano così differenti da quelle delle fabbriche dei costruttori giapponesi. C'erano altre sorgenti di costo e un sistema di classificazione professionale particolarmente intricato.
Paghe dimezzate
Nel 2007 vi era stato l'accordo che consentiva, entro una determinata percentuale massima, di assumere dei lavoratori con una paga dimezzata, 14 contro 28 dollari/ora. Il sindacato accettò di alzare la percentuale di lavoratori assumibili, ma ciò non bastava alla Fiat. Di qui la proposta della delegazione governativa, prima presentata a Marchionne, poi a Gettelfinger, di una tregua sindacale per due contratti, un congelamento delle paghe sino a tutto il 2011 e dopo un arbitrato obbligatorio che verificasse l'allineamento delle paghe con le fabbriche dei giapponesi.
Malgrado questo pacchetto Marchionne disse prima sì, poi no, poi tornò in Italia e infine accettò. Gettelfinger ci pensò un'ora, poi, consapevole che l'alternativa era solo il fallimento, accettò. La storia non era però finita, l'atteggiamento di continuo rilancio di Marchionne - dice Rattner che gli accessi d'ira (outburst) di Sergio erano diventati esagerati (extreme) - anche su altre parti dell'accordo (quali il problema della ristrutturazione della rete di vendita) riaprirono nella delegazione governativa una riflessione su un piano B: la Gm avrebbe acquisito la parte migliore della Chrysler ed il resto sarebbe stato liquidato, sia pure in modo ordinato.
Nel piano B vi sarebbe stato un sostanziale risparmio di denaro pubblico, circa 4,5 miliardi di dollari, e inoltre la Gm sarebbe diventata molto più profittevole, alzando in modo sostanziale il valore delle azioni e quindi anche il valore dell'investimento del Tesoro; problema che la recente offerta pubblica di titoli (IPO) della Gm mostra in tutta la sua ampiezza. I sostenitori di questa tesi la elaborarono in un vero e proprio piano con anche un calcolo delle perdite occupazionali che sarebbero state, a loro dire, solo di 35.000 unità in più - 60.000 contro 25.000 - rispetto al piano con la Fiat. Alla fine prevalse la linea dell'accordo con Torino, passando, come era previsto con la Gm, per un fallimento pilotato e con un sostegno del governo pari a 8,1 miliardi di dollari.
Dopo che la Chrysler fu messa nelle mani di Marchionne, iniziò il processo di ristrutturazione, processo che, a giudizio di Rattner, vide all'opera un Marchionne abile manager. Qui termina il suo racconto.
Fonte: il manifesto
A cura di Francesco Garibaldo

Più prezioso dell'oro: l'acqua!

martedì 5 aprile 2011

Stanchi di ricevere telefonate a scopo commerciale e di marketing?

Cos'è il registro delle opposizioni ?

Il registro delle opposizioni è un elenco a cui iscrivere il proprio numero di telefono se non si vogliono ricevere più telefonate pubblicitarie.

Il registro delle opposizioni è stato istituito con una legge del 2009 ed entra in funzione dal 1 febbraio 2011.

Se il proprio numero è presente in un elenco telefonico dal 1 febbraio 2011 sarà possibile per chiunque chiamarvi per scopi commerciali e promozionali.

Una volta iscritti nel registro delle opposizioni, nessuno potrà farvi telefonate pubblicitarie o promozionali solo perchè il vostro numero è su un elenco telefonico.

Come ci si iscrive al registro delle opposizioni ?

Dal 1 febbraio 2011 si può iscrivere al registro il proprio numero di telefono in cinque modi:

1 - telefonando (dal numero di telefono che si vuole iscrivere) al numero verde gratuito 800.265.265

2 - andando sul sito www.registrodelleopposizioni.it e compilando un modulo online.

3 - inviando una mail all'indirizzo: abbonati.rpo@fub.it.

Nella richiesta di iscrizione si devono indicare il numero telefonico da inserire nella lista e i dati anagrafici: nome, cognome, codice fiscale dell'abbonato.

Qui si può scaricare il modulo.

4 - via fax al 06.5424822

5 - inviando una raccomandata a:

Gestore registro pubblico delle opposizioni - abbonati
Uffico Roma Nomentano
Casella postale 7211
00162 Roma Rm

L'iscrizione al registro delle opposizioni è gratuita, a tempo indeterminato e revocabile.

lunedì 4 aprile 2011

Lo stato e la scuola Pubblica!

Piero Calamandrei
Ci siano pure scuole di partito o scuole di chiesa. Ma lo Stato le deve sorvegliare, le deve regolare; le deve tenere nei loro limiti e deve riuscire a far meglio di loro. La scuola di Stato, insomma, deve essere una garanzia, perché non si scivoli in quello che sarebbe la fine della scuola e forse la fine della democrazia e della libertà, cioè nella scuola di partito.

Come si fa a istituire in un paese la scuola di partito? Si può fare in due modi. Uno è quello del totalitarismo aperto, confessato. Lo abbiamo esperimentato, ahimè. Credo che tutti qui ve ne ricordiate, quantunque molta gente non se ne ricordi più. Lo abbiamo sperimentato sotto il fascismo. Tutte le scuole diventano scuole di Stato: la scuola privata non è più permessa, ma lo Stato diventa un partito e quindi tutte le scuole sono scuole di Stato, ma per questo sono anche scuole di partito. Ma c'è un'altra forma per arrivare a trasformare la scuola di Stato in scuola di partito o di setta. Il totalitarismo subdolo, indiretto, torpido, come certe polmoniti torpide che vengono senza febbre, ma che sono pericolosissime... Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A "quelle" scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d'occhio i cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in tre modi: ve l'ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico"


Piero Calamandrei - discorso pronunciato al III Congresso in difesa della Scuola nazionale a Roma l'11 febbraio 1950

lunedì 21 marzo 2011

Tutti gli incidenti nucleari e i malfunzionamenti di cui si è venuti a conoscenza

 (In Italia 7 in 11 anni)

1952 Chalk River (Canada). L'errore di un tecnico provocò una reazione che portò alla semidistruzione del nocciolo del reattore.

1952 USA. Un incidente con reattore Argon. 4 morti accertati.

1955 Febbraio, Atlantico. La nave appoggio Fori-Rosalie della Royal Navy affonda nell'Atlantico 1500 recipienti contenenti ciascuno una (1) tonnellata di residui atomici a 1.600 Km dalle coste inglesi e a 2.000 metri di profondità.

Ottobre 1957 Windscale (GB). Fusione del nocciolo (l'incidente più grave che possa accadere in una centrale). Il reattore viene inondato. Fuga di radioattività pari al 1/10 della bomba atomica di Hiroshima. La nube radioattiva arriva fino in Danimarca. La radioattività su Londra si eleva 20 volte oltre il valore naturale (Londra dista da Windscale 500 km). Il consumo di latte è vietato in un raggio di 50 km (ogni giorno vengono gettati 600.000 litri di latte).

1957 Sellafield (Gran Bretagna). Un incendio nel reattore dove si produceva Plutonio per scopi militari generò una nube radioattiva imponente. La nube attraversò l'intera Europa. Sono stati ufficializzati soltanto 300 morti per cause ricondotte all'incidente (malattie, leucemie, tumori) ma il dato potrebbe essere sottostimato.

1957 Kyshtym (Unione Sovietica). Un bidone di rifiuti radioattivi prese fuoco ed esplose contaminando migliaia di Kmq di terreno. Furono esposte alle radiazioni circa 270.000 persone.

1958 Usa. Un incidente a Oak Ridge: 12 persone investite dalle radiazioni.

1958 zona Urali (Urss). Catastrofe nucleare a causa dell'esplosione di un deposito di scorie radioattive. Centinaia di morti. Decine di migliaia di contaminati. Migliaia di km. ancora oggi recintati.

1961 Idaho (Usa). Esplosione del reattore: 3 morti. Non si sono contati gli intossicati dentro e fuori l'impianto. Il grado di contaminazione dei corpi dei deceduti risultò così alto che le teste e le mani furono tagliate e sepolte in un deposito di scorie radioattive. L'impianto è stato definitivamente chiuso.

1964 Usa. Incidente al reattore Wood River: (1) un morto.

1964 Garigliano (Italia). Guasto al sistema di spegnimento di emergenza del reattore. Si è andati vicino alla catastrofe.

1966 Belgio. Il fisico Ferdinand Janssen intossicato viene portato all'ospedale Curie di Parigi.

1966 Ottobre, Lagoona Beach (Usa). Alcune piastre di protezione si staccano e bloccano il circuito di raffreddamento del reattore auto-fertilizzante Enrico Fermi (61 Mw) per cui si ha surriscaldamento; il dispositivo di arresto automatico non funziona; il reattore riprende la sua attività soltanto nel 1970; e nel 1972 viene fermato definitivamente.

1967 Trino Vercellese (Italia). Fessurazione di una guaina d'acciaio di una barra di combustibile con conseguente chiusura della centrale per 3 anni. Per buona parte di questo tempo la centrale ha scaricato nelle acque del Po Trizio Radioattivo.

1967 Francia. Fusione di elementi combustibili nel cuore del reattore di Siloe (Grenoble). Ciò provoca la liberazione di Iodio 131 e Cesio 137 nell'acqua di raffreddamento del reattore. Si liberano gas radioattivi nell'aria.

1968 Den Haag (Olanda). Per un «errore tecnico» si libera nella centrale Up 2 del materiale radioattivo. La radioattività nell'aria della città supera di 100 volte i limiti «accettabili».

1968 Gennaio, Chooz (Belgio). Grave incidente nel reattore ad acqua leggera. La riparazione è durata 2 anni e 2 mesi. Nel 1970 il reattore è guasto di nuovo.

1968 Agosto,  Brenìllis (Spagna). La centrale si blocca completamente. La riparazione è durata 3 anni.

1968 Francia. Il reattore di Monts Arreé si arresta per un incidente. Periodo di riparazione: 3 mesi.

1969 Garigliano (Italia). Sette arresti alla centrale per guasti.

Febbraio 1969 Latina (Italia). Arresto alla Centrale di Latina per mancanza di alimentazione alla strumentazione. (A Marzo si avrà ancora un grosso guasto alla stessa centrale).

Gennaio 1969 Lucens (Svizzera). Dopo sole 7 ore di funzionamento si ha surriscaldamento con rottura di guaine ed infiltrazione di acqua contaminata nel sotterraneo. La grotta contenente la centrale è stata murata definitivamente.

1969 Germania. Per fessurazioni molteplici delle turbine il reattore Gundremmingen sul Danubio viene chiuso per 3 anni.

1969 Usa. Incendio nel reattore di Rocky-Flats. Durante l'incendio si perde Plutonio.

1969 Francia. Parecchi chilogrammi di Uranio vanno persi durante un incidente a Saint Laurent des Eaux. Le riparazioni durano parecchi mesi.

1970 Belgio. Altro incidente nel cuore del reattore di Chooz.

1970 Chicago (Usa). L'impianto Edison perde 200.000 litri di acqua contaminata.

1970 Usa. Il reattore da 600 Mw Dresden 2 sfugge completamente al controllo per 2 ore per un guasto ad una apparecchiatura di controllo.

1971 Den Haag (Olanda). Rottura di un tubo per il convoglia-mento di acqua radioattiva.

1971 Kansas. Si scopre che la miniera di sale scelta per lo stoccaggio delle scorie radioattive, al riparo dell'acqua, è piena di buchi e l'AEC (Ente USA per l'Energia Nucleare) è costretto a improvvisare dei piani di stoccaggio in superficie.
1971 Francia. Fournier rivela in «Charlie Hebdo» n. 14 che un tecnico del centro nucleare di Saclay ha tentato, due anni prima, di suicidarsi dando fuoco al laboratorio in cui lavorava.

1972 Francia. Due militanti del gruppo ecologico «Survivre et Vivre» scoprono che più di 500 fusti di residui radioattivi su 18.000 conservati all'aperto al centro di ricerche nucleari di Saclay, hanno larghe fenditure che lasciano così sfuggire la radioattività.

1972 Francia. Un operaio portoghese che non conosce i segnali di pericolo lavora parecchie ore in una sala irradiata del centro di Saclay.

1972 Francia. Ancora al centro di Saclay sfuggono dieci metri cubi di liquidi radioattivi.

1972 Usa. Due lavoratori nell'impianto di Surry muoiono per l'esplosione dei tubi di un sistema di sicurezza mentre ispezionano tubi già difettosi.

1973 Marzo, Chinon (Francia). Arresto definitivo della centrale nucleare di Chinon I, dopo soli 11 anni di funzionamento. Di fatto la centrale ha mosso le turbine per 43.000 ore, ossia per 5 anni.

1973 Hanford (Usa). La AEC ammette che nei 15 anni precedenti si sono verificati 15 incidenti in cui si sono liberati liquidi radioattivi per un totale di 1.600.000 litri.

1973 Settembre, La Hague (Francia). Fuga di gas radioattivo. 35 lavoratori sono contaminati di cui 7 gravemente.

1973 Settembre, Windscale (GB). Nell'officina di ritrattamento si ha un rigetto di radioattività. 40 lavoratori sono contaminati.

1973 Novembre, Hanford (Usa). Si ha la (17^) diciassettesima fuga di liquidi radioattivi. Gli accumuli di Plutonio in una fossa vicino alla città sono così grandi da rendere possibile una reazione a catena.

1973 Dicembre (Usa). Di 39 reattori, negli Usa, 13 sono fuori servizio. Brown's Ferry lavora al 10%, Peach Botton al 2%, Connec 2 al 20%.

1973 Den Haag (Olanda). 35 addetti agli impianti sono intossicati (7 in modo molto grave). Nubi di gas radioattivo si diffondono per 15 minuti sulla campagna.

1974 Usa. Da un'inchiesta risulta che più di 3.700 persone che avevano accesso ad armi atomiche hanno dovuto essere licenziate. Motivi: demenza, decadimento intellettuale, alcolismo.

1974 Sevcenko (Urss). Reazione tra il Sodio (usato come liquido refrigerante) e l'Acqua con generazione di Idrogeno e Soda Caustica (che a sua volta corrode il circuito di trasporto del fluido). Il risultato è una grossa esplosione.

1974 Aprile, (Austria). Qualcuno contamina volontariamente il treno Vienna-Linz con Iodio 131 e Iodio 113. Dodici (12) persone vengono ricoverate. Gli autori dell'attentato non sono mai scoperti.

1974 Maggio, Casaccia (Italia). Si spacca un recipiente contenente Plutonio. Non si sa altro.

1974 Maggio, (Usa). L'USAEC comunica che 861 anomalie si sono prodotte nel 1973 nei 42 reattori in funzione; che 371 avrebbero potuto essere serie e che 18 lo furono realmente (di cui 12 con fuga di radioattività).

1974 Usa. Una nube radioattiva di Trizio si forma per una fuga di gas da un condotto della centrale di Savannah Mirex, in Carolina. La nube va lentamente alla deriva ad una altezza di 70 metri.

1974 Francia. A 60 anni dall'avvio di una fabbrica di Radio, nonostante il suo smantellamento, si libera ancora una radioattività significativa. L'acquirente del terreno di Gyf-sur-Yvette sul quale la fabbrica è situata scopre in vari punti fonti radioattive che superano 50 volte la dose massima consentita.

1974 Belgio. L'acqua della condotta Visé, captata nel Pletron, contiene da 2 a 3 volte più Radon 22 (gas radioattivo) del massimo ammesso per una popolazione adulta vicina ad una centrale.

1975 Gennaio, Usa. Viene ordinata la chiusura di 23 reattori per guasti nel sistema di raffreddamento, vibrazioni anormali e piccole fughe di gas radioattivo.

1975 Germania. Il 19 Novembre muoiono 2 operai nel reattore di Gundremmingen. I due dovevano riparare una valvola. Escono 4 litri di vapore radioattivo ad una pressione di 60 atmosfere e ad una temperatura di 270°C.


1975, 22 Novembre, Italia. Due (2) navi americane, la portaerei J.F.Kennedy e l'incrociatore Belknap, a bordo della quale vi erano armi nucleari, (come testimonia l'allarme in codice 'broken arrow' che fu lanciato dal comandante della sesta flotta americana e che indica appunto un incidente che vede coinvolte armi nucleari) si scontrano al largo della Sicilia. La Belknap prese fuoco e fu gravemente danneggiata, ma l'incendio venne fermato a pochi metri dal magazzino che conteneva le armi atomiche.

1975 Marzo, Brown's Ferry (Usa). Per cercare correnti d'aria nella cabina di comando della centrale viene usata una candela che appicca il fuoco a tutti i cavi elettrici bloccando tutti i sistemi di sicurezza. Si riesce a rimediare fortunosamente (per un resoconto più dettagliato di questo grave incidente vedi il «Corriere della Sera» del 2/7/1977, p. 3.). Secondo il calcolo delle probabilità questo incidente può verifi-carsi in un caso su mille miliardi!

1976 Gennaio, Germania. Sempre a Gundremmingen la neve caduta in abbondanza spezza le linee elettriche che convogliano l'energia prodotta nel reattore. Questo, spento con la procedura d'emergenza, fu soggetto ad una tale pressione interna che le valvole di sicurezza si aprirono e liberarono vapore radioattivo.

1976 Windscale (GB). Il reattore contamina di Iodio 131 centinaia di miglia di territorio.

Ottobre 1976 Tallin (Urss). Salta in aria una centrale atomica sotterranea: almeno cento persone sono morte. Le autorità sovietiche negano ma dopo il 25 Ottobre, e per una settimana almeno, il quotidiano Russo ha pubblicato una decina di necrologi ogni numero (Per un resoconto più dettagliato di questo incidente vedi «Panorama» de 30/11/1976, p. 145.).

1977 Bulgaria. Nella centrale di Klozodiy, a causa di un terremoto, salta la strumentazione di controllo del reattore. Grazie ai tecnici che sono riusciti a fermare la reazione, l’Europa ha evitato conseguenze gravissime.

1977 Aprile, El Ferrol (Spagna). Fuga radioattiva. Più di 100 persone contaminate.

1978 Maggio, Caorso (Italia). Il giorno del collegamento della centrale con la rete elettrica (26 Maggio '78) si sono avute fughe limitate nel reparto turbine. Ci sono valvole che non tengono, strutture portanti, come i tiranti che sostengono i tubi del gas radioattivo, mal progettati con calcoli sbagliati.

1979 Three Mile Island, Harrisburgh, Usa. Il surriscaldamento del reattore provocò la parziale fusione del nucleo rilasciando nell'atmosfera gas radioattivi pari a 15000 terabequerel (TBq). In quella occasione vennero evacuate 3.500 persone.

1982 USA. Nella centrale di Giuna, uno dei tubi del sistema refrigerante sì fessura e scarica acqua bollente radioattiva.

1982 USA. Dopo l’incidente di Giuna si scoprono in altre sette centrali oggetti di metallo dimenticati nelle condotti. Molti impianti sono così fermati perché ritenuti poco sicuri.

1986 Chernobyl, Unione Sovietica. L'incidente nucleare in assoluto più grave di cui si abbia notizia. Il surriscaldamento provocò la fusione del nucleo del reattore e l'esplosione del vapore radioattivo. Si levò al cielo una nube pari a 12.000.000 di TBq di Materiale Radioattivo disperso nell'aria (per avere un'entità del disastro confrontate questo valore con i 15.000 Tbq del precedente incidente nucleare registrato nel 1979 a Three Mile Island negli Usa). Circa 30 persone morirono immediatamente, altre 2.500 nel periodo successivo per malattie e cause tumorali. L'intera Europa fu esposta alla Nube Radioattiva e per milioni di cittadini europei aumentò il rischio di contrarre tumori e leucemia. Non esistono dati ufficiali sui decessi complessivi ricollegabili a Chernobyl dal 1986 ad oggi.
Effetti delle radiazioni sprigionate dalla centrale di Chernobyl sui bambini

Effetti delle radiazioni sprigionate dalla centrale di Chernobyl sui bambini

1989 Finlandia. Avaria nel sistema di controllo nella stazione di Olkiluoto.

1990 Germania. Infiltrazione di tritio nella stazione nucleare di Kruemmel.

1991 Finlandia. Spegnimento manuale dovuto ad un incendio nella stazione di Olkiluoto.

1991 Germania. Incidente durante il rifornimento di carburante nella stazione di Wuergassen.

1992 Germania. Avaria nel sistema di raffreddamento nella centrale di Brunsbuttel.

1995 Germania. L'Alta Corte Tedesca decide che la licenza di attività concessa alla stazione di Mülheim-Kärlich è illegale, a causa della mancata considerazione, in fase di concessione, del rischio di terremoto nella zona.

1996 Germania. Un programma della TV Tedesca, Monitor, svela che la Siemens ha compiuto numerosi errori durante la costruzione della stazione di Kruemmel.

1997 Germania. 20.000 dimostranti si affollano presso il deposito di scorie radioattive di Gorleben per manifestare contro il trasporto di scorie nucleari.

1997 Germania. Un treno trasportante liquido nucleare deraglia di fronte alla stazione di Kruemmel.

1999, 8 Gennaio, Francia. Centrale di Cruas Meysse, 65 persone evacuate dopo che si sono accese le luci d’allarme radioattivo.

1999, 11 Marzo, Francia.  Centrale del Tricastin, un (1) contaminato.

1999, 16 Giugno, Russia.  Centrale di Seversk, 2 contaminati per fuga radioattiva.

1999,  23 Giugno, Ucraina.  Centrale di Rivno, principio incendio.

1999, 4 Luglio, Ucraina. Centrale di Zaporozhie (Ucraina), bloccato un reattore per precauzione.

1999, 12 Luglio, Giappone. Centrale Tsuruga, bloccato reattore per una perdita acqua.

1999, 17 Luglio, Ucraina.  Centrale di Cernobyl, 3 operai contaminati.

1999 Tokaimura, Giappone, 1999. Un incidente in una fabbrica di Combustibile Nucleare attivò la reazione a catena incontrollata. Tre persone morirono all'istante mentre altre 450 furono esposte alle radiazioni (119 in modo grave). La mattina di giovedì le autorità rivelano che, a causa di una fuoriuscita d’uranio, si è innescata una fissione incontrollata nel nocciolo del reattore. Alle 10:30 scatta l’allarme, alcuni operai sono stati contaminati in modo molto grave. Alle 12:41 la Polizia crea un 'cordone' intorno alla centrale, si capisce che l’incidente sta diventando più grave del previsto. Alle 15:18 alcune famiglie residenti nei pressi della centrale vengono evacuate. Alle 21:00 si tiene una riunione di emergenza e il governo comprende a questo punto la gravità dell’incidente; oltre 300000 persone invitate a stare in casa. Alle 24:00 la radioattività attorno e dentro all’impianto raggiunge livelli tra le 10 e le 20 mila volte superiore alla norma. Alle 02:30 del giorno seguente 18 tecnici operi nell’impianto accettano una missione da veri 'kamikaze', devono entrare nell’impianto per fermare la reazione a catena, ben consapevoli che, terminata la missione, non sarebbero più stati gli stessi. Alle 06:00 le autorità affermano che la radioattività è scesa a zero (0). Dopo si accerterà che è stato un errore umano, i tecnici stavano infatti trasportando, all’interno dell’edificio dove si tratta l’Uranio usato come combustibile nella vicina centrale nucleare, due barili di miscela di Uranio-Acido Nitrico (che venivano miscelati a mano, con un rudimentale imbuto, di 30 kg ognuno: questi sono involontariamente caduti terra ed essendosi miscelati, hanno innescato la reazione. I tecnici che hanno fermato la reazione sono all’ospedale in gravissime condizioni.

1999, 2 Ottobre, Ucraina. Centrale di Khmelitskaya, blocco del reattore per malfunzionamento.

1999, 4 Ottobre, Corea del sud. Centrale di Wolsong, 22 operai contaminati.

1999, 5 Ottobre, Finlandia. Centrale Loviisa, perdita di Idrogeno.

1999, 8 Ottobre, Giappone. Deposito di scorie a Rokkasho, fuoriuscita radiazioni.

1999, 20 Ottobre, Francia.  Superphenix, un incidente arresta lo scarico di materiale radioattivo.

1999, 27 ottobre, USA.  'I bambini statunitensi residenti vicino le centrali nucleari di New York, New Jersey e Florida hanno nei denti un 'radioisotopo' (lo Stronzio 90) che li espone ad un rischio tumore molto alto'. Così Ernest Sternglass, professore di radiologia all'università di Pittsburgh ha esordito nell'ultima conferenza stampa del progetto no-profit di 'radioprotezione e salute pubblica'. Lo sconcertante risultato è stato ottenuto dai ricercatori statunitensi che hanno analizzato 515 bambini residenti negli Stati di New York, New Jersey e Florida. I livelli di radioattività rilevata nei campioni, raccolti dal 1979 al 1992, erano molto vicini a quelli osservati a metà degli anni '50 quando Stati Uniti e Unione Sovietica, in piena guerra fredda, si dilettavano negli esperimenti con le armi invisibili. Secondo i responsabili del progetto i livelli di radioattività dovevano invece essere scesi intorno allo zero. 'Se gli esperimenti nucleari sia di superficie, sia sotterranei sono effettivamente terminati, i primi sospetti cadono sui reattori nucleari e sui relativi incidenti', ha detto Sternglass, che ha aggiunto: 'II mondo è troppo piccolo per gli incidenti nucleari'. I responsabili del progetto attribuiscono parte di questa radioattività al disastro avvenuto nel 1979 a Three Mile Island e a quello di Chernobyl nel 1986. Ci sono documenti federali che testimoniano la fuga nucleare dal reattore di Suffolk (New York) nei primi anni '80.

1999, 18 Novembre, Scozia. Centrale di Torness, un tornado precipita a meno di 800 metri dall’impianto.

1999, 13 Dicembre, Russia. Centrale Zaporozhe, fermato reattore.

2000, 5 Gennaio, Francia. Centrale di Blayais, una tempesta costringe a fermare 2 reattori per allagamento.

2000, 15 Febbraio, USA. Reattore Indian Point 2, fuga vapore radioattivo.
 
2001 Germania. Esplosione di una parte dell'impianto di Brunsbuettel.

2004, 9 agosto, Giappone. Nel reattore numero 3 nell’impianto di Mihama, 350 chilometri a ovest di Tokyo, una fuoriuscita di vapore ad alta pressione, con una temperatura superiore ai 200 gradi, è costata la vita a quattro (4) operai. Altri sette operai sono in condizioni molto gravi. Si è trattato del più tragico incidente nella storia dello sfruttamento dell'energia nucleare a fini civili in Giappone. L’azienda Kansai Electric Power, che gestisce la centrale, si è affrettata a comunicare che : 'Non c’è stata contaminazione radioattiva!'.

2004, 9 agosto, Giappone. altra centrale non precisata. A quanto ha riferito l'agenzia Kyodo, le fiamme sono divampate nel settore dove vengono smaltite le scorie, adiacente al reattore numero 2, in un impianto situato nella prefettura di Shimane. Anche in questo caso non c’è stata alcuna fuga radioattiva...

2004, 9 agosto, Giappone. Incidente nella centrale nucleare della Tokyo Electric Power Company (Tepco), la più grande impresa produttrice di energia in Giappone. La società ha comunicato che il generatore dell’impianto di Fukushima-Daini è stato fermato per una perdita di acqua.

2006, Fleurus (Belgio) Causò gravi effetti sulla salute di un lavoratore di un impianto radiologico commerciale in seguita a un'elevata dose di radiazioni assorbite.

2011 (in corso), Fukushima (Giappone) A seguito del grave terremoto dell'11 marzo 2011, l'unità 1 della centrale nucleare di Fukushima Daiichi, dopo circa 24 ore dall'evento, durante una scossa di assestamento, ha registrato una esplosione con fuoriuscita di fumo bianco, presumibilmente idrogeno rilasciato dal liquido di raffreddamento in condizioni di alta temperatura e pressione, con conseguente dispersione di materiale irradiato all'esterno, e crollo del tetto di un edificio di servizio, non ospitante il reattore. Il 13 marzo si è verificata una analoga esplosione all'unità 3. Nella mattina del 15 marzo, dopo numerosi allarmi riguardanti la mancata ricopertura delle barre del reattore dell'unità 2, si è verificata una esplosione che ad una prima indagine potrebbe aver danneggiato il rivestimento esterno del nucleo, rimasto intatto nelle unità 1 e 3. Anche le 4 unità della centrale di Fukushima Daini, situata a 11 km dall'altra, e che erano in funzione al momento del sisma, sono state spente automaticamente dai sistemi di sicurezza, ma il malfunzionamento degli impianti di raffreddamento dei reattori ha provocato una situazione di allarme, di grado inferiore in quanto senza rilascio di radioattività all'esterno degli impianti. L'incidente è stato catalogato di 6° livello dall'Autority francese per la sicurezza nucleare.
Fonte: miste

lunedì 14 febbraio 2011

ANCORA ATTACCHI AI CONTRATTI NAZIONALI

“DETASSAZIONE 10%” BUSTE PAGA PIÙ LEGGERE!

Con cui si danno indicazioni riferite alle modalità con cui effettuare nel 2011 la detassazione (aliquota al 10%) delle cosiddette “componenti accessorie della retribuzione corrisposte in relazione ad incrementi di produttività”.
La norma comporta non poche novità rispetto a quanto previsto negli anni precedenti
(2008/2009/2010) in quanto la concessione della agevolazione è riconosciuta esclusivamente agli istituti e a retribuzione erogata in attuazione di accordi o contratti collettivi territoriali o aziendali, escludendo dalla detassazione gli emolumenti premiali corrisposti sulla base di accordi o contratti collettivi nazionali di lavoro.
Si configura quindi con queste disposizioni un nuovo inaccettabile attacco alla contrattazione nazionale, instaurando per questa via una dubbia innovazione sulla gerarchia delle fonti del diritto tra CCNL e contrattazione aziendale, e determinando condizione di esclusione e discriminazione per tutti quei lavoratori la cui prestazione sia regolata dal solo contratto nazionale.
Infatti, secondo quanto disposto dalla circolare in oggetto per il 2011 i lavoratori che effettueranno, lavoro di notte, straordinari, lavoro festivo, lavoro supplementare e lavoro a turni ai sensi di quanto normato dai rispettivi CCNL, non potranno vedersi detassata la quota di retribuzione relativa a queste prestazioni, mentre coloro che effettueranno le stesse prestazioni a seguito di accordi aziendali avranno la tassazione agevolata fino al tetto dei €6.000 ( come lo scorso anno) e fino ad un livello di reddito annuo pari a € 40.000 ( con un incremento di € 5.000 rispetto al tetto dello scorso anno).
La circolare inoltre inserisce altre due insidiose “innovazioni”, che contribuiscono ad indebolire ulteriormente il sistema contrattuale vigente e a subordinare la cogenza del CCNL a quella della contrattazione decentrata, di tipo territoriale e/o aziendale.